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GRAVIDANZA E MATERNITA’ AI TEMPI DEL COVID-19: aumentano i rischi di depressione post-partum

GRAVIDANZA E MATERNITA’ AI TEMPI DEL COVID-19: aumentano i rischi di depressione post-partum

La gravidanza e il parto sono momenti di gioia ma anche di ansia e preoccupazioni per una donna. Se alle tipiche paure di una gravidanza e del parto e allo stato generale di stress si aggiungono le preoccupazioni connesse alla pandemia quali la sensazione di solitudine, la mancanza di supporto sociale e familiare, la paura di contrarre il virus e di trasmetterlo al nascituro con una maggiore responsabilità nei confronti del proprio bambino è ben chiaro come la donna in gravidanza venga esposta a più alti livelli di stress.

A causa delle restrizioni la donna durante il parto, che rappresenta il momento più doloroso ma allo stesso tempo più bello, non può ricevere l’aiuto e il supporto del marito e immediatamente dopo la nascita del figlio e al rientro a casa si ritrova sola senza ricevere l’accudimento della propria madre. Viene a mancare quel senso di ricevere e dare accudimento in una dimensione intergenerazionale madre-figlia-madre-bambino.

COS’E’ LA DEPRESSIONE POST-PARTUM

La depressione post-partum è una forma di depressione che colpisce le neopartorienti entro le prime quattro settimane successive al parto.

I sintomi sono quelli comuni alla depressione maggiore con esordio nel periodo successivo alla nascita di un figlio. Spesso, inoltre, sono riscontrabili altri sintomi quali manifestazioni psicotiche, con deliri che riguardano il neonato, pensieri ossessivi di potere fare male al bambino, forti episodi d’ansia, pianto spontaneo e/o disinteresse per il neonato.

Nei giorni immediatamente successivi al parto è fisiologico un periodo caratterizzato da calo dell’umore e instabilità emotiva (la cosiddetta baby blues o maternity blues). Una percentuale collocabile tra il 30% e l’85% delle donne (O’Hara et al., 1990; Gonidakis et al., 2007) sperimenta e manifesta sintomi associabili a una leggera depressione post partum, ma caratterizzati da transitorietà (presentano una durata variabile da poche ore ad alcuni giorni) e che non necessariamente si trasformano in un vero e proprio disturbo.

Invece i sintomi della depressione post partum non sono transitori e possono persistere, variando d’intensità, anche per molti anni, e quindi avere conseguenze più o meno significative non solo sulla salute mentale della donna, ma anche sulla relazione madre-bambino, sullo sviluppo del bambino e sull’intero nucleo familiare. Tra il 7 e il 12% delle neomamme sviluppano una vera e propria depressione post-natale ed esordisce generalmente tra la 6ª e la 12ª settimana dopo la nascita del figlio, con episodi che durano tipicamente da 2 a 6 mesi.

Fattori di rischio per lo sviluppo della depressione post-partum

Studi hanno messo in evidenza che esistono dei fattori che sembrano avere una maggiore incidenza per lo sviluppo della depressione post partum quali: una precedente storia di depressione, la presenza di eventi di vita stressanti durante e dopo la gravidanza, lo scarso supporto sociale e l’ansia prenatale. Conoscere quali sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo della depressione post partum consente di predisporre degli interventi mirati e tempestivi che possano prevenire la sua comparsa o ridurne le conseguenze negative.

LA DEPRESSIONE POST-PARTUM AI TEMPI DEL COVID-19

Sembrerebbe che anche la pandemia possa essere considerato un fattore di rischio per lo sviluppo della depressione post-partum. Infatti le ricerche hanno evidenziato un aumento del 15% di casi di depressione post-natale durante l’emergenza pandemica.

Due studi condotti dagli scienziati dell’Università di Granada hanno rilevato che le gravidanze portate a termine durante la pandemia, con tutte le difficoltà dovute alla ridotta qualità delle cure ricevute a causa del momento emergenziale, hanno portato le donne a sperimentare uno stress maggiore, con un aumento del 15% dei sintomi della depressione post-partum tra le neomamme.

I risultati degli studi sono stati pubblicati sulle riviste Medicina Clínica e International Journal of Obstetrics and Gynaecology.

Depressione post partum e la relazione madre-bambino

Nel caso della depressione post-partum, sono notevoli gli effetti del disturbo sulla relazione madre-bambino e sullo sviluppo di quest’ultimo. La depressione materna interferisce con gli scambi emotivi e comportamentali ritenuti necessari perché si possa sviluppare un’interazione positiva tra la madre e il bambino, contribuendo in modo significativo alla formazione di una relazione insicura di attaccamento (Milgrom et al., 2003). La depressione post natale rappresenta un considerevole fattore di rischio anche per il bambino: i piccoli, infatti, vanno incontro a problemi nei processi di regolazione affettiva; disturbi comportamentali con tendenza all’aggressività; disturbi ansiosi; deficit nello sviluppo cognitivo; deficit dell’attenzione; incompetenza sociale; deficit dell’apprendimento con difficoltà di adattamento scolastico; difficoltà temperamentali; disorganizzazione emozionale e disturbi depressivi (Cicchetti, Rogosh & Toth, 1998; Downey & Coyne, 1990; Field, 1989; Goodman & Gotlib, 1999; Spieker & Booth, 1988).

Trattamento e cura della depressione post-partum

Un approccio integrato costituito dalla psicoterapia e dalla terapia farmacologica può contribuire alla remissione del quadro depressivo.

 

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