L’ESAME SI AVVICINA? ecco come affrontare l’ansia
L’ansia è un’emozione che è collegata alla paura. Sia l’ansia che la paura condividono il concetto del pericolo, ma viene percepito in maniera diversa.
Mi spiego meglio.
La paura è un’emozione che viene provata quando ci troviamo davanti ad una situazione di reale pericolo in cui mettiamo in atto comportamenti di fuga, di attacco o di congelamento, ovvero ci immobilizziamo davanti all’oggetto o situazione temuta.
Faccio un esempio pratico, immaginate di passeggiare in un bosco, siete spensierati e vi state godendo il momento di relax, ad un certo punto davanti a voi vedete una vipera…. come reagite?
Ognuno di voi potrebbe reagire in maniera diversa, ma potremmo classificare i vostri comportamenti in tre modalità:
1. ATTACCO. Colpite con un bastone la vipera (gli animalisti non ne sarebbero contenti, ma questa è un’altra storia), sbattete il bastone per terra, in entrambi i casi l’intento è di spaventare l’animale per allontanarlo da voi.
2. FUGA. Siete voi a scappare dalla parte opposta
3. CONGELAMENTO. Rimanete immobili davanti alla vipera.
La volta successiva in cui andrete a fare una passeggiata nel bosco vivrete con la paura di incontrare una vipera, non sarete più spensierati come la prima volta, starete allerta e avvertirete ogni minimo rumore o movimento durante la vostra passeggiata nel bosco. Insomma l’esperienza di paura della volta precedente adesso si è trasformata in ansia.
L’ansia è uno stato emotivo di anticipazione rispetto ad un pericolo potenziale che ci predispone ad un comportamento di attacco o di difesa.
Quindi da questo esempio sembrerebbe che l’ansia ci protegga da situazioni di pericolo?
Bè direi di si e…….. direi di no.
Quando i livelli di ansia raggiungono picchi elevati oppure sono troppo bassi l’ansia diventa disadattiva e ci allontana dagli obbiettivi che vogliamo raggiungere. Se dunque la passeggiata nel bosco ha lo scopo di rilassarci ma se viviamo nel terrore di incontrare una vipera perdiamo l’obiettivo di passare una giornata di relax.
Fatta questa premessa facciamo l’esempio in cui dobbiamo affrontare un esame per noi importante.
Chiunque, almeno una volta nella vita, si è trovato ad affrontare un esame, un’interrogazione a scuola, un esame universitario o un colloquio di lavoro. Pensate a come lo avete affrontato e come il vostro stato emotivo abbia in qualche modo influenzato l’esito.
Facciamo l’esempio dell’esame universitario, man mano che si avvicina la fatica data dell’esame l’ansia aumenta, ci porta a studiare più intensamente, a mantenere attiva la concentrazione per poter dare il meglio durante l’esame.
Il giorno dell’esame è arrivato, abbiamo la sensazione di non ricordare nulla, ci sentiamo attivati (sudorazione, palpitazioni ecc.) alla prima domanda che il docente ci pone sembra che il nostro cervello abbia spalancato le porte per far venire fuori tutti i concetti e i contenuti studiati. Finito l’esame viviamo un calo fisiologico, ci sentiamo stanchi ma soddisfatti. In questo caso l’ansia che abbiamo provato è stata un’ansia adattiva poiché non era eccessivamente elevata e ci ha consentito di superare l’esame.
Ma quando l’ansia è disadattiva?
Riprendiamo lo stesso esempio dell’esame universitario.
Proviamo uno stato di ansia eccessiva, in questo caso il solo pensiero che dobbiamo sederci davanti al professore ci fa paura, non riusciamo ad aprire i libri per studiare. I pensieri che ci attanagliano sono “non supererò mai questo esame”, “farò sicuramente una figuraccia”, “deluderò i miei genitori” ecc. Intanto i giorni passano, il nostro modo di studiare è discontinuo e poco organizzato, e la paura di non superare l’’esame ci paralizza sempre più. Arriva il giorno dell’esame e attiviamo il comportamento fuga/evitamento, ovvero non ci presentiamo all’esame e ci ripromettiamo che daremo quella materia all’appello successivo. Adesso l’ansia è passata e ci sentiamo più sollevati….. fino al prossimo esame!!
Bene, come avete potuto notare la situazione è la medesima: L’esame Universitario, l’ansia con cui lo affrontiamo è però diversa. Nel primo caso l’ansia è adattiva poiché è funzionale allo scopo, nel secondo caso invece è disadattiva poiché ci porta ad agire con l’evitamento della situazione temuta.
Adesso ti domanderai “Ma allora come posso affrontare l’ansia da esame, come faccio a disinnescare il meccanismo disadattivo?”
Bisogna innanzitutto rompere la catena del circolo vizioso fatto dal ricordo o dal pensiero di fallire all’esame e dallo stesso rimuginio che ci pervade. Attivare dunque un pensiero positivo.
Se da solo non ci riesci puoi rivolgerti ad uno psicologo che attraverso delle tecniche cognitive comportamentali ti aiuterà ad attivare una modalità funzionale.
Se hai letto questo articolo e soffri di ansia d’esame, colgo l’occasione per invitarti al
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Il laboratorio si svolgerà a Palermo il 26 settembre dalle 18:00 alle 20:00.
Presso il Centro Clinico Aleteia in via Mariano Stabile, 61 PALERMO
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