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COME ELABORARE LA PERDITA E IL LUTTO. LA MORTE DURANTE LA PANDEMIA DA COVID-19

COME ELABORARE LA PERDITA E IL LUTTO. LA MORTE DURANTE LA PANDEMIA DA COVID-19

elaborazione del lutto

Il lutto non consiste solamente nel decesso o nella perdita di una persona cara, ma può comprendere situazioni diverse in cui una persona è esposta a stravolgimenti e perdite, come il lavoro, la separazione o il divorzio, aborti ecc. In tutti questi casi l’impatto emotivo legato all’evento potrebbe avere ripercussioni sull’equilibrio psichico della persona.

Ritornando al lutto per la perdita di una persona cara, si possono esplicitare diverse tipologie di decessi che possono essere particolarmente traumatici:

  • Morte naturale ma improvvisa: un infarto, ictus, infezioni batteriche/virali acute;
  • Morte violenta: un incidente, una catastrofe
  • Morte violenta e deliberata: un suicidio/omicidio.

A questi fattori di rischio se ne aggiungono altri:

  • La sofferenza fisica ed emotiva della persona cara prima della morte;
  • Evento causato intenzionalmente o accidentalmente da qualcuno;
  • Morte prematura di un giovane;
  • Perdita di un figlio;
  • Pluralità di decessi.

LA PERDITA DURANTE LA PANDEMIA

Durante il periodo pandemico molte persone si sono ritrovate senza lavoro, a dover chiudere la propria attività commerciale, con conseguenti perdite economiche e status sociale. Dalla mia stessa esperienza clinica ho osservato come tale perdita potrebbe perturbare tanto quanto un lutto.

Ritornando al concetto di lutto, si sono assistiti a molti decessi causati dal virus Covid-19 e adesso, seppur meno frequenti, si assiste agli effetti letali causati dalla vaccinazione.

Le vittime del covid-19 sono state diverse e le possiamo suddividere in tipologie:

  1. La persona deceduta o che ha subito gravi danni;
  2. I parenti delle persone care decedute;
  3. I soccorritori e il personale sanitario;
  4. La comunità coinvolta nella pandemia;
  5. chi per caratteristiche pre-critiche può reagire sviluppando un disturbo psicologico a breve o a lungo termine
  6. chi avrebbe potuto essere una vittima del primo tipo o chi si sente coinvolto per motivi indiretti

LA COLPA DEL SOPRAVVISSUTO

Il senso di colpa per essere sopravvissuto o per non avere riportato danni fisici e/o a cose, sentirsi in colpa nei confronti delle persone che hanno avuto casi positivi al Coronavirus in famiglia e non riuscire a capire come possa essere capitato nonostante tutte le precauzioni adottate.

Sentirsi “l’untore”, colui che ha causato il contagio e talvolta la morte per un proprio caro;

Negli operatori sanitari il senso di colpa è generato per essere potenziali veicoli di contagio per la propria famiglia e/o per i pazienti.

La morte di un familiare per COVID-19 con tardivo ricovero può essere un fattore bloccante o rallentare l’elaborazione del lutto. Soprattutto se non è possibile concedere ai familiari di vedere il corpo e consentire loro di dire addio: momento importante nelle fasi iniziali di elaborazione del lutto. Negare ai familiari il desiderio di un contatto con il defunto può avere effetti negativi a medio e lungo termine.

Al tempo del Covid una persona che sta male e viene ricoverata d’urgenza con tampone positivo comporta che il resto della famiglia sia bloccata in casa in quarantena a ciò si aggiungono le limitazioni ospedaliere che impediscono di poter stare vicino al malato e i familiari sentono ancor di più il senso di impotenza, di non poter aiutare e stare vicino al proprio caro che si ritrova solo in ospedale a lottare per la propria vita. Giunge poi la comunicazione del decesso, a distanza, telefonica.

Il rito funebre viene svolto senza la presenza di familiari e di amici, niente ultimo saluto, né ancora in vita né, almeno, post mortem. La morte ai tempi del coronavirus è ancora più spietata, anche per chi rimane.

QUANDO IL LUTTO DIVENTA PATOLOGICO?

Generalmente una persona riesce ad elaborare e dunque ad accettare la perdita entro 12 mesi dall’evento, se ciò non accade e si manifestano i seguenti sintomi (sintomi cognitivi, emotivi, comportamentali) si può parlare di lutto patologico o come viene definito dal DSM-5 lutto persistente e complicato.

Le reazioni al lutto si possono manifestare attraverso un quadro sintomatologico con sintomi emotivi, cognitivi, somatici e comportamentali.

  • A livello emotivo: persistente nostalgia/desiderio della persona deceduta. Si possono sperimentare sentimenti di intensa tristezza, rabbia, ansia (preoccupazione per il deceduto e per le circostanze della morte) e sensi di colpa per non aver potuto prevenire il decesso.
  • A livello somatico la persona può provare un generale malessere fisico, disturbi gastro-intestinali, mancanza di energie, ipersensibilità ai rumori, disturbi del sonno (sia con difficoltà ad addormentarsi sia con risvegli precoci), disturbi dell’appetito (sia inappetenza che iperalimentazione).
  • A livello cognitivo, ruminazione mentale continua che si manifesta principalmente in 2 versioni: Tenersi attaccati al ricordo del defunto per non lasciarlo andare, oppure pensieri intrusivi riguardanti il deceduto sofferente o morente. La persona potrebbe riferire confusione e difficoltà a concentrarsi. Senso di presenza: ovvero la controparte dello struggimento. La persona in lutto può pensare che il defunto sia in qualche modo nell’area spazio-temporale attuale e corrente. Sogni del defunto. Mancata accettazione della morte, provare incredulità dell’accaduto. Difficoltà ad abbandonarsi ai ricordi positivi del defunto.
  • A livello comportamentale, alcune persone tendono a evitare i luoghi o gli oggetti (cimitero, luogo dove è defunto, camera da letto, vestiti…) che possono rievocare i ricordi della perdita della persona cara o al contrario visitare luoghi o portare oggetti che ricordano il defunto. Di solito la credenza alla base di questo comportamento è la paura di perdere le memorie relative al defunto. Frequenza al pianto e isolamento sociale. 

COME SI SUPERA UN LUTTO PATOLOGICO?

Per superare un lutto patologico è necessario intraprendere una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale attraverso il quale l’intervento primario è di validare la sofferenza causata dall’assenza della persona. Rendere più tollerabile il dolore legato alla gravità soggettiva del danno percepito. Modificare le credenze soggettive che risultano disfunzionali, tra cui irrazionali pensieri di colpa e di responsabilità della morte cara.

Tra le tecniche psicoterapeutiche per l’elaborazione del lutto è possibile utilizzare l’EMDR.

 

 

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