L’infertilità come lutto: una perdita invisibile

Quando la coppia decide di avere un bambino……. ma… i mesi passano e quel bambino desiderato non arriva…. iniziano i controlli, le visite, gli approfondimenti. Diventa un momento di crisi per la coppia e per sé stessi.
L’infertilità ha un impatto psicologico profondo e complesso, che coinvolge non solo l’individuo ma anche la coppia. È considerata una “crisi di vita” che altera la percezione di sé, della relazione e del futuro.
È un lutto, ma spesso “non riconosciuto” dalla società e persino da chi lo vive. Infatti:
- È un lutto invisibile: A differenza di altri lutti più tangibili e socialmente riconosciuti, quello legato all’infertilità non ha riti, non ha una “causa” evidente agli occhi degli altri. Questo rende difficile per le persone che lo vivono ricevere supporto e comprensione. Spesso, la coppia si chiude in se stessa, evitando di parlarne per paura del giudizio o per la sensazione di non essere compresi o di sentirsi giudicati.
- La perdita del bambino immaginato: Il dolore non riguarda solo l’assenza di un figlio reale, ma anche la perdita del “bambino sognato”, di una genitorialità desiderata e delle aspettative legate alla formazione di una famiglia “ideale”. È un lutto per qualcosa che non è mai stato, un’assenza che si percepisce come un vuoto incolmabile.
- La perdita di un’identità: L’infertilità può mettere in discussione parti fondamentali dell’identità individuale e di coppia. La donna può sentirsi “mancante” nella sua essenza di potenziale madre, e l’uomo può vivere sentimenti di fallimento e inadeguatezza.
- La reazione di coppia: La diagnosi di infertilità può destabilizzare anche le coppie più solide. I partner possono reagire in modi diversi, chiudendosi nella comunicazione o sviluppando sentimenti di ansia e depressione. La mancanza di un’adeguata elaborazione del dolore può portare a tensioni e a un senso di solitudine all’interno della relazione.
- La “vergogna” come ostacolo: La vergogna è un’emozione centrale in questo tipo di lutto. Le persone possono sentirsi “sbagliate” o “difettose” e questo sentimento impedisce di riconoscere e di elaborare il dolore. La vergogna agisce come un “guardiano” che blocca l’accesso alle proprie emozioni e alla richiesta di aiuto.
La diagnosi di infertilità e il percorso che ne consegue possono scatenare una vasta gamma di emozioni negative, spesso vissute in modo simile a un processo di lutto:
- Shock e negazione: La prima reazione alla notizia può essere di incredulità e rifiuto.
- Rabbia e frustrazione: Sentimenti di ingiustizia e impotenza di fronte a una situazione che sembra fuori controllo. La rabbia può essere diretta verso il partner, se la causa è maschile o femminile, verso se stessi o verso gli altri che hanno figli facilmente.
- Senso di colpa e vergogna: L’infertilità può essere percepita come un fallimento personale, minando l’autostima e generando un senso di inadeguatezza. In particolare, per gli uomini, l’infertilità può essere associata a una perdita di virilità e mascolinità.
- Ansia e depressione: La costante incertezza, i trattamenti medici stressanti e i fallimenti ripetuti possono portare a un aumento significativo dei livelli di ansia e, in alcuni casi, a veri e propri episodi depressivi.
- Tristezza e dolore: Un profondo senso di perdita per il bambino che non c’è e per il futuro genitoriale immaginato.
Il percorso di elaborazione
Dunque, l’infertilità rappresenta un lutto complesso e profondo, che mette alla prova individui e coppie. Il suo mancato riconoscimento sociale e personale può avere conseguenze significative sul benessere psicologico. È fondamentale che chi affronta l’infertilità non si senta solo.
Consulenza e terapia: L’elaborazione di questo lutto è un percorso necessario per poter guardare al futuro con nuove prospettive. Il supporto psicologico è un elemento cruciale per superare la crisi legata all’infertilità, infatti può aiutare a elaborare la diagnosi, a gestire lo stress, a migliorare la comunicazione nella coppia e a trovare nuove strategie per affrontare e accettare la situazione. A trovare alternative alla genitorialità, come l’adozione, oppure ad aprirsi a nuove progettualità di coppia e di vita.